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Conti correnti sotto osservazione: quando i movimenti bancari possono attirare l’attenzione del Fisco

Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha potenziato notevolmente i suoi strumenti di analisi, riuscendo a monitorare con precisione ogni flusso di denaro in entrata e in uscita dai conti correnti. In particolare, vengono osservate con attenzione tutte quelle operazioni la cui origine non è chiaramente giustificabile.

Accrediti sospetti? Serve la prova!

Ogni trasferimento di denaro ricevuto sul proprio conto – che si tratti di un bonifico, di un versamento in contanti o di qualsiasi altro tipo di entrata – può essere interpretato come un reddito occulto, se non viene adeguatamente documentato. È il contribuente che deve dimostrare che quelle somme non sono imponibili, ad esempio perché frutto di un prestito, di una donazione o di un rimborso spese.

E i prelievi? Solo per gli imprenditori valgono come indizi

Una precisazione importante riguarda i prelievi: la presunzione che anche questi rappresentino un reddito si applica esclusivamente agli imprenditori. Lavoratori dipendenti, pensionati o professionisti non sono soggetti a questa particolare presunzione.

La forza della “presunzione legale”

Secondo il nostro ordinamento, alcune entrate possono essere considerate automaticamente come redditi, salvo prova contraria. Si tratta di una “presunzione legale relativa” che sposta l’onere della prova sul cittadino. Perciò è fondamentale conservare tutta la documentazione necessaria a dimostrare la reale natura delle somme ricevute.

Cosa succede se non si forniscono giustificazioni adeguate

In assenza di prove valide, il Fisco può:

  • Ritenere le somme ricevute come redditi non dichiarati;

  • Applicare sanzioni fiscali;

  • Richiedere il pagamento delle imposte con interessi.

Il tutto può portare all’emissione di un avviso di accertamento che potrà essere contestato solo con adeguata documentazione.

Occhio agli investimenti esteri

Chi detiene attività finanziarie all’estero – soprattutto in Paesi inseriti nelle cosiddette “black list” – deve dichiararle nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. L’omissione fa scattare automaticamente la presun

ree

zione di evasione, a meno che non venga dimostrato che i fondi provengono da fonti lecite, come eredità o redditi già tassati.

 
 
 

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