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Pignoramento dello stipendio: limiti di legge, tutele e strategie per proteggere il reddito.


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Il pignoramento dello stipendio rappresenta uno degli strumenti più utilizzati dai creditori per recuperare somme dovute. Tuttavia, la legge italiana stabilisce limiti precisi per evitare che l'esecuzione forzata comprometta la sussistenza economica del lavoratore e della sua famiglia. Comprendere le soglie di pignorabilità e le regole applicabili è quindi fondamentale per difendere in modo legittimo il proprio reddito.

1. Pignoramento e tutela del minimo vitale

L'articolo 545 del Codice di procedura civile è il principale punto di riferimento in materia. La norma prevede che le somme già accreditate sul conto corrente, derivanti da stipendi o altre indennità di lavoro, non possano essere pignorate al di sotto di una soglia considerata essenziale per la sopravvivenza del debitore.

In particolare, l'importo impignorabile è pari al triplo dell'assegno sociale, che per il 2025 è fissato a 548,69 euro. Ciò significa che fino a 1.616,97 euro non possono essere toccati dal creditore, neppure dall'Agenzia delle Entrate. Questa protezione si applica automaticamente: la banca, in qualità di terzo pignorato, è tenuta a garantire tale franchigia senza che il debitore debba presentare alcuna richiesta o opposizione.

Questo meccanismo tutela una parte minima e vitale delle disponibilità finanziarie, assicurando al debitore i mezzi per far fronte alle spese essenziali della vita quotidiana.

2. Pignoramento delle retribuzioni future

Diverso è il caso degli stipendi accreditati dopo la notifica dell'atto di pignoramento. In tali situazioni, non si applica più la soglia fissa del triplo dell'assegno sociale, ma i limiti di pignorabilità ordinari stabiliti dalla legge.

  • Per i debiti di natura ordinaria, la trattenuta massima consentita è pari a un quinto (1/5) dello stipendio netto, ossia dopo le ritenute fiscali e previdenziali. La banca provvede a bloccare automaticamente la quota pignorabile di ogni mensilità successiva alla notifica dell'atto.

  • Per i debiti fiscali, invece, l'art. 72-ter del D.P.R. 602/1973 prevede soglie diverse a seconda dell'importo della retribuzione: un decimo se lo stipendio non supera i 2.500 euro, un settimo se compreso tra 2.501 e 5.000 euro, e un quinto per stipendi superiori a tale soglia.

Va inoltre ricordato che l'ultima mensilità di stipendio accreditata prima del trasferimento delle somme al creditore è totalmente impignorabile. Si tratta di una garanzia introdotta dal legislatore per assicurare che il lavoratore disponga sempre dei mezzi necessari alla propria sopravvivenza e a quella del nucleo familiare.

3. Come difendersi da un pignoramento

Chi riceve una notifica di pignoramento può verificare la legittimità dell'atto e la corretta applicazione delle soglie di legge. In presenza di errori o abusi, è possibile presentare opposizione all'esecuzione o richiedere la revisione delle somme bloccate. In ogni caso, è consigliabile rivolgersi a un professionista esperto in materia di diritto dell’esecuzione forzata, che possa valutare la strategia più adatta al singolo caso.

 
 
 

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